Messaggio del rettore alla comunità accademica (4 aprile 2020)

Care Colleghe e cari Colleghi, care Studentesse e cari Studenti,

dopo più di un mese di sospensione delle attività didattiche in presenza e, molto più importante, di apprensione e purtroppo dramma per più di uno di noi, desidero rinnovare il mio sentimento di vicinanza all’intera Comunità Accademica. (English below)

Da subito ho ritenuto importante un atteggiamento attento alle indicazioni scientifiche, finalizzate a salvaguardare la salute. Ho anche voluto anticipare le misure restrittive perché più di una era l’evidenza che stavamo entrando in una fase ignota, difficile e dolorosa.

Data:
8 Aprile 2020

Care Colleghe e cari Colleghi, care Studentesse e cari Studenti,

dopo più di un mese di sospensione delle attività didattiche in presenza e, molto più importante, di apprensione e purtroppo dramma per più di uno di noi, desidero rinnovare il mio sentimento di vicinanza all’intera Comunità Accademica. (English below)

Da subito ho ritenuto importante un atteggiamento attento alle indicazioni scientifiche, finalizzate a salvaguardare la salute. Ho anche voluto anticipare le misure restrittive perché più di una era l’evidenza che stavamo entrando in una fase ignota, difficile e dolorosa.

Non ho, peraltro, mai avuto dubbi nel voler garantire alla comunità studentesca ogni sforzo perché l’impatto sul percorso formativo fosse il minimo possibile, assicurando a distanza non solo lezioni, ma anche esami di laurea e di profitto, scritti inclusi. Ho trovato grande condivisione nel corpo docente che si è impegnato con passione e competenza, nonostante l’adattamento alle esigenze sopraggiunte non fosse agevole. So di più di un collega intento a sperimentare soluzioni migliorative con grande spirito di servizio. Credo che voi studenti dobbiate essere fieri del corpo accademico, che ringrazio sentitamente, per l’immediata reazione che ha reso disponibili lezioni online per oltre 1100 insegnamenti: un numero realmente impressionante.

Questa è la strada che continueremo a percorrere con sguardo in prospettiva. Assicurare lo svolgimento delle fasi formative e valutative, nel miglior modo possibile. Consapevoli ed anzi adesivi al motto per cui l’ottimo è nemico del bene.

Mi sono immedesimato più volte in voi studenti e studentesse, ed in generale nelle nuove generazioni. Non nego che il pensiero di quello che potrà essere il vostro futuro dirigeva e, a maggior ragione, dirige ora le nostre scelte. So di situazioni difficili, parenti purtroppo scomparsi, familiari e amici malati, difficoltà a concentrarsi e disorientamento. A maggior ragione, ci teniamo a seguirvi e accompagnarvi senza rinvii. Chiedo a tutti voi grande responsabilità e collaborazione, ad esempio nelle prove scritte, e aggiungo che seguiremo al meglio possibile chi, in questa fase, restasse indietro.

Un nuovo modo di lavorare è stato chiesto anche al personale amministrativo, ai tecnici, agli esperti linguistici. Il lavoro agile è ancora agli inizi nel nostro Paese, soprattutto nella Pubblica Amministrazione. Mi piace però sottolineare che proprio l’emergenza ha mostrato una incrementata sensibilità verso i processi di dematerializzazione e digitalizzazione. Si è quindi riusciti a svolgere non solo i servizi essenziali ed indifferibili da erogarsi in presenza, grazie ad un ristretto numero di colleghi cui va tutta la nostra riconoscenza. Ma il personale tecnico-amministrativo ha assicurato una piena funzionalità anche all’intera “macchina” delle strutture centrali e dei dipartimenti, pure operando da casa spesso in condizioni non agevoli.

Ma voglio condividere anche uno sguardo alle prospettive future.

Un’angoscia un po’ paralizzante credo stia ancora accompagnando molti pensieri. Da questa situazione mi piacerebbe uscire con tutti voi. Proseguendo a piccoli passi ma costanti. Non ho la pretesa o la supponenza di poter confortare chi sta passando momenti di intima sofferenza, ma voglio ribadire comunque la vicinanza mia e dell’Ateneo.

Purtroppo non possiamo ancora dare risposte a diverse domande. Non sappiamo esattamente quando potremo uscire definitivamente da questa emergenza e nemmeno quando torneremo in aula. Ma altrettante, e forse più, erano le incertezze un mese fa.

Assicuro che il metodo delle decisioni, condivise nel modo più ampio possibile, proseguirà nello stesso modo, affidandoci alle raccomandazioni degli esperti, non scegliendo nessuna scorciatoia, nell’interesse della salute della collettività. Proseguiremo con lo spirito di adattamento già dimostrato, ricorrendo a soluzioni innovative nella didattica e negli esami; se necessario, anche il prossimo anno accademico. Orgogliosi della nostra tradizione, cercheremo con intelligenza le soluzioni più adatte.

Mi conforta pensare che, pure in questo momento così difficile, abbiamo presentato al Ministero ben 48 progetti di ricerca, appartenenti a tutte le macro-aree disciplinari, sulla cura e la gestione dell’epidemia in corso, ed altri so che stanno per essere avviati.

A me pare che Pavia, attraverso i suoi IRCCS, oltreché con la sua Università, stia dando una grande prova di sé, a livello nazionale. Serietà e solidarietà, assistenza e formazione, ricerca finalizzata e spirito di collaborazione. Elementi che hanno caratterizzato da sempre la Comunità pavese. Questi i valori cui mi sono rifatto dal primo giorno perché le Istituzioni siano unite da linee strategiche comuni, pur nella fisiologica distinzione di ruoli e ambizioni. Anche a emergenza finita e dimenticata, questo dovrà essere un atteggiamento irrinunciabile.

Concludo, stimolando ognuno di noi ad una riflessione auto-critica: chiederci quanto abbiamo messo a frutto in passato i nostri talenti e quanto lo vorremo fare in futuro. Dalle competenze di ognuno di noi dipendono la capacità di progredire, di collaborare e di rispondere alle emergenze.

Un cordiale saluto e forza a tutti noi, FORZA UNIPV!

Francesco Svelto
Rettore dell’Università di Pavia